Microchip gatto obbligatorio dal 2026: cosa cambia e cosa sapere
- Petna Pet Food
- 3 mag
- Tempo di lettura: 4 min
A partire dal 2026 entrerà in vigore una novità importante per tutti i proprietari di gatti in Italia: anche i nostri amici felini dovranno avere il microchip, proprio come avviene già da anni per i cani.
È una notizia che sta facendo molto parlare e che, inevitabilmente, cambierà alcune abitudini per chi vive con un gatto in casa o ne accudisce uno trovato per strada.
Vediamo insieme, in modo semplice e pratico, cosa prevede questa nuova norma, perché è stata introdotta e cosa significa davvero per chi ama i gatti.
Indice dei contenuti
Perché il microchip diventa obbligatorio anche per i gatti
In Italia, fino ad oggi, il microchip era un obbligo riservato ai cani. Per i gatti, invece, era facoltativo, tranne in casi particolari come i viaggi all’estero o la partecipazione a esposizioni feline.
Dal 2026, però, le cose cambieranno e il microchip diventerà obbligatorio anche per i gatti domestici.
Il motivo è semplice e concreto: combattere il randagismo, facilitare il ricongiungimento in caso di smarrimento e responsabilizzare i proprietari. Troppi gatti ancora oggi si perdono o vengono abbandonati senza che si possa risalire al proprietario. Con il microchip, tutto questo sarà molto più facile da gestire.
Cosa dice la nuova legge
A partire dal 1° gennaio 2026:
Tutti i gatti dovranno essere identificati con un microchip elettronico;
Sarà obbligatorio iscrivere ogni gatto all’anagrafe felina regionale, indicando i dati del proprietario;
Il microchip dovrà essere inserito entro due mesi dalla nascita o entro 30 giorni dall’adozione, se il gatto è già nato.
Chi cambia proprietario, cede il gatto o lo smarrisce dovrà aggiornare o comunicare i dati entro pochi giorni. In pratica, si crea per i gatti lo stesso sistema di registrazione e identificazione che da anni funziona per i cani.
Come funziona il microchip per i gatti
Se non ne hai mai sentito parlare, il microchip è un piccolo dispositivo, grande più o meno come un chicco di riso. Viene applicato sotto la pelle, di solito tra le scapole del gatto. Non è un localizzatore GPS, quindi non trasmette segnali: contiene semplicemente un codice identificativo unico, leggibile con un apposito lettore.
Fa male?
No. L’applicazione è veloce e paragonabile a una normale iniezione. Si fa dal veterinario e non richiede anestesia.
Chi può inserirlo?
Solo veterinari autorizzati possono applicarlo e registrare i dati nell’anagrafe felina.

Cosa devono fare i proprietari di gatti adulti
Se hai già un gatto adulto e non è ancora microchippato, niente panico. Dal 2026 basterà prendere appuntamento con il veterinario, fare inserire il microchip e completare l’iscrizione all’anagrafe.
Chi invece ha già microchippato il proprio gatto in passato (ad esempio per viaggi o per motivi personali) dovrà solo verificare che i dati siano corretti e aggiornati.
Cosa rischia chi non rispetta l’obbligo
Se dal 2026 un gatto non risulterà microchippato e iscritto all’anagrafe, il proprietario rischierà una multa. Le cifre precise potranno variare da regione a regione, ma si parla di sanzioni che potrebbero andare da 100€ a 500€, oltre all’obbligo di mettersi subito in regola.
I vantaggi di avere un microchip
Anche se per molti potrebbe sembrare solo un obbligo burocratico, in realtà il microchip porta con sé diversi vantaggi:
Se il gatto si perde, chiunque lo trovi (un veterinario, un rifugio, un’associazione) potrà leggere il microchip e contattare subito il proprietario;
È una garanzia di proprietà: in caso di smarrimento o contestazione, il microchip certifica ufficialmente chi è il proprietario;
Rende più sicuri viaggi, visite veterinarie e controlli sanitari.
Inoltre, in alcune regioni italiane l’anagrafe felina esiste già e funziona molto bene: questo nuovo obbligo aiuterà a renderla finalmente omogenea su tutto il territorio nazionale.
Come funziona l’anagrafe felina
L’anagrafe felina è un database regionale dove vengono registrati:
Il codice identificativo del microchip;
I dati del proprietario;
L’indirizzo di residenza;
Eventuali passaggi di proprietà, smarrimenti o decessi.
Ogni veterinario autorizzato può accedere a questo registro, aggiornare le informazioni e verificare i dati in caso di necessità. In questo modo, si crea una rete di controllo e sicurezza molto più efficace.
Quando conviene muoversi
Anche se l’obbligo scatterà ufficialmente nel 2026, chi possiede un gatto può già fare il microchip senza aspettare. Anzi, è una scelta utile e responsabile, soprattutto se il gatto è abituato a uscire o vive in zone dove il rischio smarrimento è più alto.
Inoltre:
Se viaggi spesso con il tuo gatto, in Italia o all’estero, il microchip è già richiesto da anni per il rilascio del passaporto europeo;
Se vuoi adottare un gatto da un rifugio, nella maggior parte dei casi sarà già microchippato.
Dal 2026, avere il proprio gatto microchippato non sarà più facoltativo. È una misura che mira a proteggere gli animali, a contrastare gli abbandoni e a rendere più semplice ritrovare i mici smarriti. Un piccolo gesto, veloce e indolore, che può fare davvero la differenza.
Se non l'hai ancora fatto, parlane con il tuo veterinario di fiducia: ti spiegherà costi, tempi e modalità per mettere in regola il tuo gatto. In fondo, se vogliamo davvero bene ai nostri animali, dobbiamo essere i primi a garantire loro sicurezza e tutela. Il microchip è un primo, concreto passo in questa direzione.
Segui anche la nostra pagina social per rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo pet!
Comments