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Microchip gatto obbligatorio dal 2026: cosa cambia e cosa sapere

A partire dal 2026 entrerà in vigore una novità importante per tutti i proprietari di gatti in Italia: anche i nostri amici felini dovranno avere il microchip, proprio come avviene già da anni per i cani.


È una notizia che sta facendo molto parlare e che, inevitabilmente, cambierà alcune abitudini per chi vive con un gatto in casa o ne accudisce uno trovato per strada.


Vediamo insieme, in modo semplice e pratico, cosa prevede questa nuova norma, perché è stata introdotta e cosa significa davvero per chi ama i gatti.



Indice dei contenuti



Perché il microchip diventa obbligatorio anche per i gatti

In Italia, fino ad oggi, il microchip era un obbligo riservato ai cani. Per i gatti, invece, era facoltativo, tranne in casi particolari come i viaggi all’estero o la partecipazione a esposizioni feline.


Dal 2026, però, le cose cambieranno e il microchip diventerà obbligatorio anche per i gatti domestici.


Il motivo è semplice e concreto: combattere il randagismo, facilitare il ricongiungimento in caso di smarrimento e responsabilizzare i proprietari. Troppi gatti ancora oggi si perdono o vengono abbandonati senza che si possa risalire al proprietario. Con il microchip, tutto questo sarà molto più facile da gestire.



Cosa dice la nuova legge

A partire dal 1° gennaio 2026:


  • Tutti i gatti dovranno essere identificati con un microchip elettronico;

  • Sarà obbligatorio iscrivere ogni gatto all’anagrafe felina regionale, indicando i dati del proprietario; 

  • Il microchip dovrà essere inserito entro due mesi dalla nascita o entro 30 giorni dall’adozione, se il gatto è già nato.


Chi cambia proprietario, cede il gatto o lo smarrisce dovrà aggiornare o comunicare i dati entro pochi giorni. In pratica, si crea per i gatti lo stesso sistema di registrazione e identificazione che da anni funziona per i cani.



Come funziona il microchip per i gatti

Se non ne hai mai sentito parlare, il microchip è un piccolo dispositivo, grande più o meno come un chicco di riso. Viene applicato sotto la pelle, di solito tra le scapole del gatto. Non è un localizzatore GPS, quindi non trasmette segnali: contiene semplicemente un codice identificativo unico, leggibile con un apposito lettore.


Fa male?

No. L’applicazione è veloce e paragonabile a una normale iniezione. Si fa dal veterinario e non richiede anestesia.


Chi può inserirlo?

Solo veterinari autorizzati possono applicarlo e registrare i dati nell’anagrafe felina.


microchip gatto obbligatorio dal 2026

Cosa devono fare i proprietari di gatti adulti

Se hai già un gatto adulto e non è ancora microchippato, niente panico. Dal 2026 basterà prendere appuntamento con il veterinario, fare inserire il microchip e completare l’iscrizione all’anagrafe.


Chi invece ha già microchippato il proprio gatto in passato (ad esempio per viaggi o per motivi personali) dovrà solo verificare che i dati siano corretti e aggiornati.



Cosa rischia chi non rispetta l’obbligo

Se dal 2026 un gatto non risulterà microchippato e iscritto all’anagrafe, il proprietario rischierà una multa. Le cifre precise potranno variare da regione a regione, ma si parla di sanzioni che potrebbero andare da 100€ a 500€, oltre all’obbligo di mettersi subito in regola.




I vantaggi di avere un microchip

Anche se per molti potrebbe sembrare solo un obbligo burocratico, in realtà il microchip porta con sé diversi vantaggi:


  • Se il gatto si perde, chiunque lo trovi (un veterinario, un rifugio, un’associazione) potrà leggere il microchip e contattare subito il proprietario;

  • È una garanzia di proprietà: in caso di smarrimento o contestazione, il microchip certifica ufficialmente chi è il proprietario;

  • Rende più sicuri viaggi, visite veterinarie e controlli sanitari.


Inoltre, in alcune regioni italiane l’anagrafe felina esiste già e funziona molto bene: questo nuovo obbligo aiuterà a renderla finalmente omogenea su tutto il territorio nazionale.



Come funziona l’anagrafe felina

L’anagrafe felina è un database regionale dove vengono registrati:


  • Il codice identificativo del microchip; 

  • I dati del proprietario; 

  • L’indirizzo di residenza; 

  • Eventuali passaggi di proprietà, smarrimenti o decessi.


Ogni veterinario autorizzato può accedere a questo registro, aggiornare le informazioni e verificare i dati in caso di necessità. In questo modo, si crea una rete di controllo e sicurezza molto più efficace.



Quando conviene muoversi

Anche se l’obbligo scatterà ufficialmente nel 2026, chi possiede un gatto può già fare il microchip senza aspettare. Anzi, è una scelta utile e responsabile, soprattutto se il gatto è abituato a uscire o vive in zone dove il rischio smarrimento è più alto.

Inoltre:


  • Se viaggi spesso con il tuo gatto, in Italia o all’estero, il microchip è già richiesto da anni per il rilascio del passaporto europeo; 

  • Se vuoi adottare un gatto da un rifugio, nella maggior parte dei casi sarà già microchippato.


Dal 2026, avere il proprio gatto microchippato non sarà più facoltativo. È una misura che mira a proteggere gli animali, a contrastare gli abbandoni e a rendere più semplice ritrovare i mici smarriti. Un piccolo gesto, veloce e indolore, che può fare davvero la differenza.



Se non l'hai ancora fatto, parlane con il tuo veterinario di fiducia: ti spiegherà costi, tempi e modalità per mettere in regola il tuo gatto. In fondo, se vogliamo davvero bene ai nostri animali, dobbiamo essere i primi a garantire loro sicurezza e tutela. Il microchip è un primo, concreto passo in questa direzione.


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